giovedì 26 gennaio 2012

Martedi 24 Gennaio, un giorno importante

È strano trovarsi a una festa di compleanno senza aver mai conosciuto la festeggiata, sentirne la presenza eppure sapere razionalmente che non la si vedrà.

L’atmosfera al party per Luanda è calda e accogliente, come se tanti amici di vecchia data si fossero riuniti, gioiosamente.
I vassoi carichi di salgadinhos e pão de queso girano tra i discorsi, piccoli gruppi si formano e si sciolgono col ritmo di una danza, intima malgrado la confusione del salone stipato di persone e di fiori; in cucina si respira un’aria più fresca, con le donne che sistemano i piatti di portata e assaggiano gli stuzzichini fatti a mano – ma come faranno a cucinare così bene? – mentre Laura dirige le operazioni con la sua sicurezza, affettuosa e spumeggiante.
Il momento clou della serata arriva quando ormai tutti siamo rilassati, perfettamente integrati in una grande famiglia. Ognuno ha portato un breve brano da leggere, o una canzone … Come scrive Cássio Junqueira, è “solo poesia” i pensieri ma possono volare: oltre le finestre aperte, oltre le candele accese sui davanzali … nella dimensione virtuale del blog che Valentina e Mattia hanno creato per ricordare una ragazza speciale, fino alle azioni concrete dell’associazione nata un anno fa per alimentare la speranza di nuovi arcobaleni.
 Costanza, splendente nigeriana, plasma le note di un dolce Hallelujah che non ha nulla di religioso se non la traccia universale dell’amore, un rifugio dove tornare dopo un lungo viaggio. Eunice aggiunge versi ai versi e Anice dà loro grazia e movimento – magica apparizione di un orixá. Africa, Brasile, Caraibi, Italia … non importa il luogo d’origine, ciò che conta è lo spazio scelto dal cuore. E così c’è posto anche per la lunga ode di Caproni a Genova, ricordando la solidarietà che deve unire tutti gli esseri umani in caso di necessità.
Le testimonianze commosse, i video e le foto raccontano che Luanda era un’esploratrice della vita con un bagaglio di rotte e di sogni, capace di trarre allegria persino dalle circostanze più nere perché bisogna pur “ sopportare qualche bruco se si vuole conoscere le farfalle”(Antoine de Saint-Éxupery, Il Piccolo Principe); non per niente lei portava il nome di una città martoriata e dignitosa, piena del coraggio dei singoli.
Benicia si muove tra la gente con la sua camicetta leggera, le scarpe a punta e il viso radioso. È la dimostrazione vivente che in ciascuno di noi vive “un potere immenso, addormentato come un pesce nelle profondità del fiume”(Thiago de Mello, A Fruta Aberta): la tristezza e la nostalgia possono generare la bellezza e la forza prodigiosa di questa signora minuta è un mistero da ammirare. Per questo, l’emozione di Priscila vibra nella stanza: strofe che parlano di una mamma che difende il suo figlio assassino. Piange, forse pensando a sua madre, forse trasportata dalle parole, calde nel suo spagnolo musicale ed energico. Seduta sul tappeto, Sam che ha due anni, scambia sorrisi con un’altra bambina – promessa di un futuro sereno. Perdo per un attimo l’orientamento, ciondolo la testa e mi lascio cullare dalle voci.
Da qualche parte suona Crêuza de Mä.
 Anch’io sono a casa.


Elena